Da sempre portiamo avanti l’informazione per cui le pulizie NON SONO UN’ATTIVITÀ MARGINALE ma, come succede molte volte, ci si accorge di quello che si ha quando viene a mancare.
Quando si entra in un ambiente pulito e sanificato a volte non ci si fa nemmeno caso, ci si concentra su altre cose, come se trovare pulito fosse scontato, la sanificazione poi è una cosa che anche volendo non si vede perché elimina microorganismi invisibili ad occhio umano ma la situazione cambia drasticamente quando i luoghi sono sporchi o quando la pulizia diventa indispensabile per mantenere lo stato di salute, perché le pulizie non tolgono semplicemente la polvere ma eliminano anche germi, batteri e VIRUS.
A Singapore è stato realizzato uno studio all’interno di un reparto ospedaliero che ospita pazienti affetti da coronavirus, per determinare l’entità della contaminazione e quali sono le superfici più a rischio all’interno di un ambiente, come l’ospedale, dove gli spazi sono sterili, l’aria è pulita e i medici sono protetti, situazione iniziale quindi a carica zero. (fonte: https://jamanetwork.com/journals/jama/fullarticle/2762692 )
Sono stati raccolti campioni dalle superfici (26 campioni) da stanze sterili, dai dispositivi di protezione indossati dai medici a contatto con i pazienti e nell’aria della stanza e sono state misurate le cariche virali.
Finestra temporale di studio dal 24 gennaio al 4 febbraio nelle stanze di tre pazienti con malattia grave.
La camera di un paziente è stata campionata prima della pulizia di routine e le camere di 2 pazienti dopo la pulizia giornaliera di routine.
La prima buona notizia è che, grazie ai campioni rilevati dopo la pulizia nelle stanze del paziente B e C, si è appurato che le superfici erano libere da virus.
Grazie, invece, alla stanza del paziente A, i cui campioni sono stati raccolti prima della pulizia ordinaria, si è potuto studiare la permanenza del virus sulle superfici dopo il contatto, soprattutto in quelle del bagno.
I campioni raccolti nell’anticamera e corridoio erano negativi (assenza di coronavirus).
I campioni di aria erano negativi (assenza di coronavirus) nonostante l’entità della contaminazione ambientale.
I dispositivi di protezione dei medici erano tutti negativi tranne un pezzo della punta di una scarpa (comunque con carica virale molto bassa)
Dallo studio quindi si evince quanto segue:
- i campioni prelevati dopo la pulizie erano tutti negativi, dimostrando che le attuali misure di decontaminazione sono sufficienti, nello specifico:
- disinfezione con alcol etilico (etanolo al 62-71%),
- acqua ossigenata (perossido di idrogeno allo 0,5%)
- candeggina (ipoclorito di sodio allo 0,1%).
- Bisogna porre scrupolosa attenzione a alla pulizia di: water, lavandino, maniglie, sponde del letto, sedie, interruttori, pavimento, vetri;
- E infine, l’aria, in assenza di starnuti e tosse, non è contaminata e le famigerate “goccioline” che trasportano il virus, dopo pochissimo si posano sulle superfici;
Questo ci dice che anche le pulizie ordinarie sono importanti per la salute di tutti soprattutto in luoghi di lavoro frequentati da più persone e nelle attività commerciali aperti al pubblico.
All’elenco delle sostanze che assicurano l’eliminazione dei virus, noi aggiungiamo, come già appurato da evidenti studi scientifici, un altro componente in grado di disattivare i virus, il trattamento di aria e ambienti con l’ozono che ha l’enorme vantaggio di essere in stato gassoso e di arrivare dove i normali metodi non riescono.
A volte si hanno le soluzioni a portata di mano senza saperlo!
Non crederci solo sulla parola, mettici alla prova! Richiedi un preventivo e un sopralluogo gratuiti!